La famiglia in lutto e la scuola

La famiglia in lutto e la scuola

Consigli e proposte

La scuola fa parte della vita quotidiana dei bambini e degli adolescenti e, per molti di loro l’andare a scuola sta a sottolineare che, anche in una situazione di difficoltà, di dolore e di incertezza, nella vita rimane sempre qualcosa di stabile e di affidabile.

Gli insegnanti, quotidianamente a contatto con i giovani, sono fondamentali insieme ai familiari nel sostenerli. È bene mettersi in contatto con loro e far conoscere cosa è successo in famiglia.

I docenti hanno la possibilità di offrire una protezione, un aiuto se non addirittura un percorso importante di prevenzione e di elaborazione dell’esperienza della morte, che gli allievi molto spesso vivono per la prima volta nella loro vita.

La scuola è una comunità e la famiglia può essere molto aiutata, oltre che dai docenti, anche dagli altri genitori, quando ci sono buoni rapporti e un atteggiamento di apertura.

È normale che, dopo un lutto, bambini e ragazzi per un certo tempo abbiano difficoltà a seguire con attenzione le lezioni e a concentrarsi. Se questa difficoltà persiste o se si rifiutano di andare a scuola e di rimanere in contatto con i compagni di scuola, è bene che i familiari vadano a parlare con l’insegnante di riferimento valutando insieme come intervenire per sostenerli.

LUTTO IN FAMIGLIA E SCUOLA: CONSIGLI PER IL RITORNO A SCUOLA DEI BAMBINI DELLE SCUOLE ELEMENTARI E MEDIE

Per i bambini, quando perdono un familiare, può essere un problema tornare a scuola e dire agli insegnanti e ai compagni quello che è successo. È molto importante, perciò, che scuola e famiglia siano in contatto e decidano insieme come affrontare il ritorno in classe, se comunicare o meno ai compagni l’evento che ha toccato il bambino e stabilire come collaborare successivamente.

Inoltre, può essere d’aiuto che l’insegnante di riferimento si accordi direttamente con il bambino se, come e quando dirlo ai compagni e chi è meglio che lo dica. Eventualmente nella scuola elementare l’insegnante, d’accordo con il bambino, potrebbe sedersi vicino a lui e comunicare quello che è successo, incoraggiando i compagni a tenergli compagnia, minimizzando così il rischio che il bambino provi vergogna, imbarazzo o senso di diversità. Forse anche altri compagni possono essere stimolati a comunicare le loro personali perdite.

“Io e Francesco volevamo dirvi una cosa molto importante e vorremmo che foste molto attenti. In questi giorni Francesco e la sua famiglia hanno avuto un grande dolore. È mancata.., a cui voleva molto bene. Oggi Francesco è tornato a scuola per stare con noi e riprendere la vita di sempre con il nostro affetto e con il nostro aiuto”.

Di solito, specie nei primi tempi, i compagni sono molto collaborativi e comprensivi, anche se in seguito può accadere che i bambini sottolineino la diversità, dicendo delle cose vere, che possono però rinnovare il dolore e far rimanere male il compagno, come a es. “Tu non ce l’hai il papà, non può venirti a prendere”. In questo caso, è importante che l’insegnante intervenga per contenere la sofferenza del bambino in lutto, e per monitorare le discussioni che nascono tra i bambini.

Non bisogna trasmettere il timore di parlare della persona che non c’è più, anzi, il dialogo tra bambini può essere molto naturale e diretto e, per questo, quindi positivo.

È importante che i docenti vigilino e siano informati con precisione di quello che succede a casa e di come si comporta il bambino e il ragazzo nelle ore che passa fuori di scuola, per poter aiutare l’allievo e la sua famiglia.

Talvolta bambini e adolescenti si comportano in modo diverso a casa e a scuola e quindi è importante mantenere aperto un canale di comunicazione tra scuola e famiglia, prima che si creino o che si aggravino eventuali problemi.

È importante che gli insegnanti e la scuola tutta siano consapevoli che l’elaborazione del lutto può richiedere tempi molto lunghi e, quindi, che il bambino può avere, anche a distanza di anni dalla perdita, dei momenti di regressione o crisi.

LUTTO IN FAMIGLIA E SCUOLA: GESTIRE IL RITORNO A SCUOLA DEI RAGAZZI DELLE SCUOLE SUPERIORI

Con i ragazzi più grandi, già più autonomi, è bene che in famiglia si parli chiaramente di come affrontare la questione del ritorno a scuola dopo la perdita di un familiare, con gli insegnanti e i compagni, decidendo se, come, quando e chi avvisare a scuola della perdita subita. I ragazzi vanno stimolati ad esprimere le loro idee e preferenze e rispettati nelle loro decisioni.

Dopo un lutto è importante monitorare la situazione scolastica del ragazzo e verificare se incontra difficoltà nello studio, se non vuole andare a scuola, se si isola dal mondo dei coetanei o si lamenta dell’insensibilità degli insegnanti e dei compagni. Anche se può essere assolutamente normale che il ragazzo esprima un cambiamento nel suo rapporto con la scuola non vanno considerate subito come “patologiche” delle manifestazioni di difficoltà, ma non bisogna comunque sottovalutare il disagio mostrato. È bene parlarne insieme e contattare i docenti per definire con loro come aiutarlo.

“Mio figlio non mi aveva mai dato particolari problemi a scuola, ma dopo qualche mese dalla morte del padre, ha cominciato a mostrare delle difficoltà a concentrarsi, e, anche nelle materie che sempre lo avevano appassionato, ha avuto un calo del rendimento significativo. La difficoltà maggiore per me come genitore è stata quella di non farmi travolgere dall’ansia e dall’angoscia; con gli insegnanti abbiamo concordato un percorso costruttivo teso a coinvolgere maggiormente mio figlio nelle attività scolastiche, mettendolo anche di fronte alle sue responsabilità ma senza fargli pesare e senza drammatizzare le sue difficoltà. Nel giro di poco tempo la situazione si è normalizzata” Giulia

Come torno a scuola?