Qualche risposta ai tuoi dubbi e domande

Qualche risposta ai tuoi dubbi e domande

Quando muore una persona che amiamo ci sono tante cose difficili da affrontare, tante domande, tante nuove emozioni. Qui trovi  le domande che hanno fatto ragazzi come te e le risposte che abbiamo dato.

Questa domanda non ha una risposta, anche se è normale che tu te lo chieda.

Non esiste, infatti, un “perché” sia capitato proprio a te. La morte fa parte della vita e non possiamo evitarla.  La morte può arrivare a qualsiasi età e per cause diverse. A volte arriva in modo improvviso e inaspettato, oppure dopo una lunga malattia, o in seguito ad atti violenti.  In questi casi la morte può sembrarti assurda e inaccettabile e allora certe domande come Perché è potuto accadere? o Perché è successo proprio a me? potrebbero continuare a farti sentire arrabbiato perché tutto ti sembra così ingiusto.

Anche se nessuno può avere  una risposta a queste domande, confidarti con un amico o con una persona di fiducia,  può aiutarti a sentirti un po’ meglio.

La perdita di un genitore rappresenta un evento drammatico, è come se, a un tratto, non ci si sentisse più protetti e al sicuro. Catapultati in una dimensione adulta alla quale ancora non ci si sente pronti. Toglie spensieratezza, fiducia e speranza e quelle certezze a cui si era abituati, nonostante ci potessero essere anche litigi e conflitti con chi ci ha lasciati.

La morte di un genitore sconvolge ritmi e abitudini familiari e spesso potrai sentirti anche investitǝ di responsabilità e compiti difficili da sostenere emotivamente. Perdere un genitore è come perdere un po’ il senso della propria vita e quella certezza e continuità del legame necessarie alla costruzione della propria identità. Ti mancherà un modello, un punto di riferimento e quella sicurezza che fin da piccolo ti ha sempre accompagnato. Potrai sentirti abbandonato tradito e potrai sentire tanta rabbia. Non sentirti in colpa di provare queste emozioni. Anche il genitore sopravvissuto spesso, per la forte sofferenza, non sarà in grado di sostenerti e di starti vicino come vorresti e ancor più forte potrà essere il senso di vuoto, di mancanza e di solitudine. Può accadere che potrai sentire che dovrai essere tu quellǝ che dovrà  proteggere e supportare chi è rimasto.

È naturale, l’importante è che tutto il dolore e la sofferenza che l’intera famiglia vive non ti impedisca, nel tempo, di pensare anche alla tua vita e ai tuoi di interessi. Con la morte di un genitore c’è da ritrovare un nuovo equilibrio, anche affettivo. Ci vuole tempo e pazienza. Tanta sarà la fatica e tante e svariate le emozioni che sperimenterai.

Parlare di come ti senti e di quello che provi con un’amico/a o con persone di cui ti fidi potrebbe aiutarti.

Quando muore un fratello o una sorella il dolore per la perdita è fortissimo e a questo, spesso, si aggiunge il sentire di non dover deludere o preoccupare i propri genitori già addolorati. Per compensare questo vuoto a volte si cerca di imitare e assomigliare a chi non c’è più, nella speranza di sentire e far sentire meno la mancanza. Il rischio però è di perdere le proprie caratteristiche e peculiarità unite poi all’amara consapevolezza che mai sarà possibile esser come il fratello o sorella scomparsi.

Spesso in casa ci si può sentire come fantasmi poco accolti e riconosciuti nel dolore provato in quanto quello dei genitori sembra essere più forte. Può darsi anche che ti sentirai dire da parenti, amici e conoscenti “ora sarai tu che dovrai preoccuparti di papà e mamma… hanno solo te”. Potresti sentirti come se, oltre a perdere tuo fratello o sorella, avessi perso anche i tuoi genitori chiusi nel loro dolore e la sensazione di vuoto, di rabbia e solitudine potrà essere fortissima dentro di te. Potresti sentirti responsabile e l’unico che può sostenere i tuoi genitori.

Anche tu hai perso una persona importantissima, e anche tu hai diritto di esprimere il tuo dolore e la tua sofferenza. Non sentirti in colpa di essere tu il “sopravvissuto”. Parlare di come ti senti e di quello che provi con un’amica/o o con persone di cui ti fidi potrebbe aiutarti a sentirti libero di esprimere le tue emozioni.

Quando muore un coetaneo è un momento dolorosissimo non soltanto per la fine del legame spesso speciale, ma anche perché non si pensa mai alla possibilità che possa morire una persona così giovane.

Solitamente muoiono le persone più vecchie. Quando si è adolescenti si pensa di avere tutta la vita davanti, di avere mille cose ed esperienze ancora da fare. La morte di un amico, oltre a metterci in contatto con la sofferenza, la mancanza e il vuoto, ci mette a contatto con il limite, e quindi anche con la paura che anche a noi possa succedere la stessa cosa. Mette in discussione certezze e convinzioni profonde, ci rende arrabbiati e ci fa perdere fiducia nel futuro.

Parlare di come ti senti e di quello che provi con un amico/a o con persone di cui ti fidi potrebbe aiutarti.

La perdita di un figura di riferimento importante è un evento drammatico da affrontare. Ci si sente improvvisamente soli e abbandonati. Traditi. Anche se a lasciarci è una persona anziana come un nonno o una nonna è difficile capacitarsene e accettarla. È un momento in cui si perdono certezze, sicurezze e punti di riferimento. Quello che era fonte di tranquillità e rassicurazione emotiva adesso non c’è più e ci si può sentire smarriti, disorientati e soli “Con chi mi confiderò ora? Non potrò più raccontargli/ raccontarle le mie cose, come faro senza i suoi consigli? Perdere una persona significativa è come perdere una parte di sé e, con questa, la sensazione di non essere più noi stessi. Mancanti. Si può perdere fiducia e speranza nella vita che ci ha tolto ciò che avevamo di così caro e prezioso e riuscire a trovare un senso a quello che ti è capitato potrà essere difficile.

Tutto questo è normale anche perché conferma, dentro di noi, l’importanza e la forza di quel legame. Non lasciare che la mancanza e il dolore per chi hai perso ti congelino; piano piano vedrai che riuscirai nuovamente a pensare alla tua vita e a tutto quello che hai davanti con un po’ di fiducia e speranza.

Gli animali domestici sono parte integrante della famiglia e perderli rappresenta un grande dolore. Chi ci ha accompagnato e ha fatto parte delle abitudini familiari non c’è più e sarà difficile gestire questo vuoto e questa mancanza.

L’animale è spesso poi il compagno di coccole e giochi, colui che c’è sempre. Pronto a starti vicinǝ e a farti sentire quanto tu sia importante per lui. Potrai sentirti improvvisamente solǝ e non protettǝ. Ti mancherà tanto quel batuffolo peloso che stropicciavi sempre e con cui giocavi e facevi  amorevoli “lotte”. Il tuo compagno e amico/a  di vita. Tanto sarà il dolore e tante le emozioni che proverai come la tristezza, la nostalgia, lo sconforto. È normale perché manca un legame speciale che ha fatto parte della tua vita e della tua quotidianità. Del tuo mondo affettivo.

Parla di come ti senti e di quello che provi con un’amico/a o con persone di cui ti fidi e che hanno avuto un rapporto speciale come te con un animale potrebbe aiutarti.

Cerca di trovare un “tuo” modo per tirare fuori le emozioni e i pensieri che hai dentro: puoi farlo ascoltando la musica, correndo, scrivendo, leggendo, sfogandoti con chi senti vicino. Non c’è un modo “giusto”, saprai trovare il “tuo”. Piangere ed esprimere le emozioni e i sentimenti che provi ti potrebbe far stare meglio. Cercare di sembrare “forte” potrebbe renderti ancora più triste e affaticat@.
Consigli di letture / video / canzoni / film

Quando muore una persona che ci è cara si prova un dolore così grande che, a volte, sembra impossibile poterlo sopportare. Può esserti di sollievo parlarne con un caro amico o con una persona adulta di cui ti fidi. A volte, infatti, il solo fatto di condividere con una persona amica le proprie sofferenze, i propri pensieri, può aiutarci a trovare la forza per superare momenti difficili.

Alcune volte, però, potresti aver voglia di stare da solǝ, senza parlare con nessuno, ed è naturale. In questi momenti può aiutarti fare una passeggiata oppure chiuderti nella tua stanza a scrivere o suonare, ballare, o ascoltare musica dedicando tempo a te stesso. Potresti sentire anche il bisogno di piangere e sfogarti senza essere vistǝ, anche questo è normale.

Con il tempo vedrai questo dolore sarà meno forte.

Un giorno questo dolore terribile sarà meno forte. Non ci sono soluzioni magiche o tempi uguali per tutti. Ognuno segue il proprio ritmo, non ci sono tempi giusti o sbagliati! È importante sapere che un giorno potresti svegliarti e sentirti un po’ meglio, ma non demoralizzarti se il giorno dopo ti svegli e ti senti di nuovo triste.  Il dolore va e viene , ma con il tempo si trasforma e ti farà meno male. Non perdere la speranza, vedrai piano piano starai meglio.

Certo. Il dolore per un lutto non è per sempre e tu tornerai a stare di nuovo bene. La tua vita può cambiare profondamente con la perdita della persona amata ma, con il tempo, ricordare la persona cara diverrà meno triste e la sua assenza meno dolorosa. Il suo ricordo, allora, sarà più dolce e ti sarà più facile ricordarlo serenamente. Anche gli anniversari, i compleanni, le feste, il Natale, la Pasqua, che ora vivi come un peso e ti intristiscono a causa della sua mancanza, cominceranno  a tornare a essere ricorrenze in grado di portarti anche gioia.

È assolutamente normale provare rabbia quando muore qualcuno a cui si era legati e con cui si aveva una relazione importante. È come se tutto perdesse improvvisamente di colore, di gioia e leggerezza. Si perde fiducia e speranza nella vita e nel futuro. Ci si sente traditi e abbandonati. Lasciati soli e in contatto con un vuoto difficile da gestire emotivamente. Ci si sente impotenti e impauriti rispetto a tutto quello ci tocca vivere.

È per questo che si è arrabbiati ed è naturale e umano provare questo sentimento. La rabbia poi ci fa, in qualche modo, sentire anche vivi e reattivi e serve a contrastare il senso di morte e di smarrimento che ci pervadono quando vengono a mancare persone a cui si è legati. Non aver paura della tua rabbia: cerca di tirarla fuori, di sfogarti.

Vedrai che nel tempo diminuirà o la sentirai più ad “intermittenza”, parlare e confidarti con un’amico/a o con una persona di cui ti fidi potrebbe aiutarti e rassicurarti.

In un momento di tanto dolore, a volte, può capitare di sentire il bisogno di stare da soli ed è giusto assecondare questa necessità. Cercare un momento della giornata tutto per te per fare una cosa che ti piace, che ti diverte, che ti solleva (ascoltare la musica, fare un’attività sportiva, riposare, vedere un bel film, contattare gli amici, ecc.) è normale e positivo. Questo ti permetterà di ricaricarti, di allentare la tensione e di recuperare le energie necessarie per continuare ad affrontare la tua vita quotidiana e stare meglio poi con gli altri.

La perdita di una persona cara è un grande shock e tutti, grandi e piccoli, possiamo sentirci così storditi e increduli da avere l’impressione di non provare nulla. Questa reazione può lasciarti confuso e disorientato ma non è né giusta né sbagliata. Non sentire nulla è semplicemente uno dei modi con i quali, in alcune circostanze, si fa fronte ad un evento emotivamente forte e costituisce spesso una forma di difesa al dolore.

La sofferenza che provi per la morte del tuo caro non è meno profonda e sincera se senti il desiderio di uscire per andare a distrarti  con gli amici. Anzi è normale che tu ne senta il bisogno perché il dolore che provi può diventare estenuante e puoi aver bisogno di ricaricarti per andar avanti. “Sospendere “i pensieri dolorosi e tristi non è sbagliato; non sentirti in colpa (come se non ti importasse di quanto è accaduto).

A volte facciamo l’errore di pensare che se siamo veramente tristi per la morte di qualcuno non possiamo divertirci o essere felici per le cose belle che continuano ad accadere. In realtà, è possibile sperimentare contemporaneamente sentimenti diversi: sentirsi triste e arrabbiato perché la vita ci ha tolto una persona preziosa e insostituibile ma, allo stesso tempo, provare gioia per le tante cose buone e belle ci sono ancora nella nostra vita. Alcuni adulti in lutto, soprattutto nei primi tempi dopo la perdita, affranti dal dolore, faticano a fare questo passaggio e difficilmente sono in grado di concedersi momenti di svago e leggerezza. Per questa ragione, può accadere che non comprendano il bisogno dei ragazzi di svagarsi e giudichino questo comportamento come insensibilità verso quanto accaduto. Se questo sta succedendo anche a te, cerca di comprendere la fatica degli adulti a considerare la tua prospettiva e, con fiducia, confrontati con loro. Uno scambio sincero e aperto consentirà loro di rivalutare il tuo comportamento e di sostenerti in quello che fai. Anche gli adulti in lutto a volte, fanno fatica a “capire”.

Quando una persona che ci è cara muore, è possibile che si possa temere di dimenticarla. Se anche tu hai paura di questo, può aiutarti sapere che, anche se è naturale che col tempo certi ricordi si affievoliscano, il legame di affetto e di bene che ti lega a chi se ne è andato rimarrà per sempre nel tuo cuore come un bene prezioso. In qualsiasi momento tu lo desideri, potrai cercare dentro di te ciò che di unico e grande ti ha lasciato. Quando c’è stato un legame, nulla di importante va perduto. Non preoccuparti, della persona che hai amato porterai sempre con te ciò che conta, che fa parte di te, sia che tu ne sia consapevole o meno.

Ricordare chi hai perso

Il funerale è una cerimonia che consente all’intera comunità di dire addio alla persona che non c’è più. Durante il funerale ci saranno momenti di commozione e tristezza perché si sta salutando, per sempre, una persona cara che non si vedrà mai più, ma è anche un momento importante in cui l’intera comunità si ferma e si stringe alla tua famiglia per esprimere vicinanza e solidarietà.

Il funerale è considerato un momento importante perché è un rito che segna un “prima” e un ”dopo” da cui partire per tenere con sé la persona cara in modo diverso, nel ricordo. Partecipare al funerale può, per questo, in qualche modo aiutarti a fare questo passaggio e iniziare a elaborare il lutto per la perdita.

Se lo desideri puoi chiedere in famiglia di dare il tuo contributo per organizzare il funerale collaborando nella scelta di alcuni particolari come la scelta dei fiori, della musica e delle letture da fare in chiesa, puoi scrivere qualcosa anche tu, se vuoi.

Non è comunque obbligatorio parteciparvi e tu puoi sentirti libero di andarci o meno. Puoi, infatti, decidere diversamente e salutare la persona cara in un altro modo, ad esempio scrivendogli una lettera o andando a fargli visita al cimitero dopo il funerale.

Sia che tu contribuisca all’organizzazione del funerale, sia che tu non lo faccia (perché non te la senti o perché non ti è possibile), i primi giorni dopo la morte del tuo caro saranno carichi di tensioni, di emozioni, di incontri con adulti che porteranno le loro condoglianze in famiglia o di telefonate, di scambi con gli amici (a tu per tu, via sms, WhatsApp, Facebook). Tutto questo trambusto potrà sembrarti strano e irreale, farti piacere e dispiacere allo stesso tempo, tutto questo è normale.

Come molti ragazzǝ che hanno subito una grande perdita come la morte di un genitore o di un fratello/sorella, anche a te potrebbe accadere di sentirti diversǝ e sfortunatǝ rispetto ai tuoi coetanei. Potresti, per questo, temere che gli altri non ti trattino più come prima e/o che non ti capiscano. Comunicare alla classe quanto ti è successo potrebbe, allora, risultarti difficile.

Se ti stai chiedendo se parlarne in classe, perché temi di essere guardatǝ con occhi diversi dai tuoi compagni, può aiutarti ricordare che perdere una persona cara è un evento che può accadere a chiunque e che soffrire per questo è naturale. Quando te la sentirai, e se lo vorrai, potrai parlarne liberamente.

Se, pur desiderando che la classe venga a sapere quanto ti è accaduto, non te la senti di comunicarlo personalmente, puoi confidarti con un compagno o con un insegnante di cui ti fidi e lasciare che sia lui a dirlo oppure puoi scegliere di farlo insieme. Infine puoi chiedere che siano i tuoi familiari a comunicare la brutta notizia a scuola senza un tuo diretto coinvolgimento.

Come per alcunǝ ragazz@, potrebbe capitare anche a te di non sentirti capitǝ dai compagni che non hanno provato la stessa esperienza di perdita, ciononostante poter stare in compagnia, uscire per qualche svago ti potrebbe essere di aiuto per ritrovare la serenità che stai cercando.

Se senti di aver bisogno d’aiuto, oltre che ai tuoi famigliari e amici, puoi pensare di rivolgerti anche a qualche adulto con cui senti di poter avere un dialogo. Anche tra i tuoi insegnanti o tra gli adulti che frequenti (allenatore, animatore in parrocchia, amici di famiglia…) potresti trovare persone in grado, con la loro esperienza, d’esserti d’aiuto e di offrirti ciò che ti può servire. Non temere di fare il passo per primo, molte volte sono loro stessi a chiedersi come fare per esserti d’aiuto e la tua richiesta verrà accolta come un segno importante della tua fiducia verso di loro. Potresti anche rivolgerti al CIC (Centro Informazioni Consulenza) se è presente nella tua scuola o ad eventuali servizi delle ASL per i giovani. Oppure puoi scriverci: info@solimainsieme.it.

È normale, dopo la morte di una persona per te importante, provare forti emozioni e manifestare reazioni intense. Di solito, dopo un periodo iniziale di maggiore difficoltà, che può durare anche alcuni mesi, si riesce a riprendere la propria vita. Se invece senti che una sensazione di malessere profondo, che può manifestarsi in vari modi (sia a  livello fisico e/o psicologico) continua ad occupare un grande spazio dentro di te, non esitare a chiedere consiglio e aiuto a persone di cui hai fiducia.

Cosa intendiamo per “malessere fisico”? Le reazioni a livello fisico potrebbero essere, ad esempio, disturbi del sonno, mancanza di appetito o desiderio eccessivo di mangiare, senso di oppressione quando respiri, mal di testa, altro.

Cosa intendiamo invece per “malessere psicologico”? Pensiamo a una sensazione di rifiuto e negazione della realtà, di sofferenza, tristezza, disperazione, rabbia, rancore, sensi di colpa, ansia, mancanza di speranza, mancanza di “voglia di vivere”, che può portare a passività, disinteresse per lo studio, isolamento sociale, allontanamento dagli amici e dagli sport che fai di solito, iperattività, aggressività, abuso di alcol e droghe, comportamenti spericolati e autolesionistici.

Sia il malessere fisico che quello psicologico  sono preoccupanti se nel tempo non diminuiscono di intensità. Se pensi di avere bisogno di aiuto rivolgiti in primo luogo ai tuoi familiari, ai tuoi insegnanti o ad altri adulti importanti per te.

Ricordati che chiedere aiuto e farsi aiutare non è un segno di debolezza.

Puoi scriverci: info@solimainsieme.it

La morte volontaria non è determinata da un’unica causa ma è sempre legata a un insieme di condizioni che riguardano non solo la persona (la sofferenza fisica e psichica, l’infelicità, l’impotenza, il senso di inutilità della vita, la perdita della stima di sé, l’isolamento, la depressione, ma anche il suo contesto sociale e relazionale.

In genere il suicidio è un allontanamento da qualcosa che procura un’angoscia irriducibile, una sofferenza e una tensione insopportabili: pensieri, preoccupazioni, che non lasciano tregua. Alcune persone fanno molta fatica a vivere, hanno perso la speranza di cambiare qualcosa, pensano che i loro problemi siano senza soluzione e che l’unico modo per risolverli sia quello di smettere di vivere. È importante che questi eventi traumatici non creino sensi di colpa alle persone vicine a chi si è suicidato.

Hai qualche altra domanda?

Scrivici a info@solimainsieme.it

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